cheratiti - occhio secco

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Introduzione

La cornea e la congiuntiva devono essere sempre bagnate motivo per cui esiste una lacrimazione di base continua grazie alle ghiandole lacrimali, costituendo il film lacrimale, prima difesa dell’occhio tra le palpebre, la cornea e la congiuntiva. L'occhio secco è un disturbo dovuto a scarsa produzione di lacrime (ipolacrimia): le ghiandole lacrimali non producono più a sufficienza liquido lacrimale e l'occhio diventa, quindi, secco. Vengono distinte due forme di Sindrome da occhio secco: primarie (Sindrome di Sjogren), cioè manifestazioni oculari di una malattia generale (come ad esempio lupus eritematoso sistemico, artrite reumatoide, sclerodermia ecc.) o secondarie, dovute ad un'eccessiva vaporizzazione del film lacrimale o ad una ridotta produzione di lacrimazione (blefariti, congiuntiviti, uso protratto di lenti a contatto, ridotta secrezione senile, ridotta secrezione dovuta a farmaci, a ipovitaminosi A, a uso protratto di colliri).

Chi colpisce

La patologia dell'occhio secco colpisce per incidenza maggiormente le donne di età avanzata (dai 50-60 anni di età) probabilmente a causa dei nuovi equilibri ormonali indotti dalla menopausa. Certamente anche i portatori cronici di lenti a contatto sviluppano più facilmente occhio secco poiché le lenti favoriscono l'evaporazione delle lacrime, causando irritazioni ed infezioni. Infine chi fa uso di particolari farmaci o chi vive in condizioni atmosferiche estremamente soleggiate, secche o ventose è maggiormente esposto all'occhio secco.

Come si manifesta

I pazienti riferiscono difficoltà di apertura della palpebra ,specie al risveglio, bruciore e senso di corpo estraneo (sabbia negli occhi), forte fotofobia (fastidio alla luce), lacrimazione, secrezione mucosa all'angolo interno dell'occhio e nei casi più gravi dolore ed annebbiamento visivo. Si previene attraverso controlli oculistici regolari durante i quali il medico sottopone il paziente , soprattutto sintomatico, ad alcuni test per individuare le alterazioni qualitative e quantitative della lacrimazione (test di rottura del film lacrimale (BUT) ed il test di Schirmer) al fine di attuare subito l'adeguata terapia a seconda della gravità del caso.

Diagnosi

Nel primo caso il test di rottura del film lacrimale (BUT) viene eseguito al biomicroscopio (lampada a fessura) previa apposizione di fluoresceina nel sacco congiuntivale, osservando e misurando quanti secondi impiega il velo di lacrime sulla superficie della cornea ad interrompersi togliendo protezione e lubrificazione alla stessa; nel secondo, il test di Schirmer misurazione della produzione lacrimale viene eseguito introducendo due striscioline di carta assorbente all'interno del fornice palpebrale inferiore di ciascun occhio e misurando la porzione di carta inumidita dopo 2-3 minuti.

Come si cura

L'efficacia della cura è massima solo quando è precoce la diagnosi e quando la terapia è costante. Tale terapia è a base di sostituti lacrimali in formula di colliri o gel (lacrime artificiali) formati da sostanze che possiedono l'azione detergente, lubrificante e disinfettante delle lacrime naturali. Le lacrime artificiali non sono tutte uguali poiché possono agire sulla componente acquosa, musoca e lipidica del film lacrimale. Tali sostituti lacrimali avranno azione diluente, in caso di carenza assoluta della componente acquosa del liquido lacrimale, di volume in caso di mancata produzione o per eccesso di perdita di lacrime, stabilizzante in caso di lacrime qualitativamente alterate, correttiva in caso di lacrimazione spontanea con alterazioni del pH, e nutritiva che apporti sostanze nutritive al liquido lacrimale o ai tessuti da esso fisiologicamente nutriti. In casi più gravi in cui all'occhio secco si associno rotture dell'epitelio corneale o ulcere sarà necessaria una terapia adeguata, medica o chirurgica.